Introduzione
A partire da un’analisi generica del rischio, possiamo individuare il fumo, l’obesità e l’inazione fisica, il consumo di alcol e le dipendenze, l’inquinamento atmosferico, l’antimicrobico-resistenza e le disuguaglianze come macrofattori comportamentali, sociali, economici che rappresentano le aree di possibile concentrazione degli investimenti per facilitare la sostenibilità del sistema, intervenendo a monte delle attività di diagnosi, cura e riabilitazione.
Questo implica la definizione di priorità disciplinari identificate anche dall’analisi del carico di morbosità nazionale (LINK).
- cancro (e genomica)
- patologie mentali
- cardiovasculopatie (tra cui l’ictus)
- patologie respiratorie croniche ostruttive
- obesità
- ipertensione
- diabete
- demenze
- malattie rare
- dipendenze
- patologie trasmissibili a potenziale epidemico
Ulteriori priorità sono determinate dall’impatto di lungo termine di certi raggruppamenti patologici, ad esempio:
- i disturbi dello spettro autistico e il loro impatto sullo sviluppo cognitivo e sul benessere delle persone che ne soffrono.
A tutto questo va aggiunta una visione di genere che si applica alla clinica, ma anche a tutti gli ambiti del sistema. Ad esempio, quanto ci sta insegnando l’epigenetica ha precise implicazioni sull’architettura dei servizi per la maternità e l’infanzia.
Infine, ci sono ambiti spesso trascurati che vanno invece garantiti:
- servizi per il morente, con tecnologie avanzate e tecniche anche di assistenza psicologica che devono essere ripensati nell’ambito delle reti di hospice.