SONDAGGIO UNO

LA VISIONE DI SISTEMA

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Introduzione

Il PNRR prevede [LINK] 15,63 miliardi di euro per la missione salute, cui si aggiungono risorse per ulteriori 4,6 miliardi di euro, derivanti da REACT-EU (1,71 miliardi per personale, vaccini, farmaci e borse di specializzazione) e dal Fondo Nazionale Complementare (2,89 miliardi allocati ai capitoli “salute, ambiente e clima”; “ospedali sicuri e sostenibili”; “ecosistema innovativo della salute”; “ricerca per percorsi innovativi in ambito sanitario e assistenziale”).

La missione salute del PNRR si articola su due componenti.

La prima componente, finanziata con 7 miliardi, è intitolata “Reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale”, potenzia le strutture territoriali e dell’assistenza domiciliare e prevede:

  1. La creazione di 1288 Case della Comunità (2 miliardi).
  2. L'espansione dei servizi di assistenza domiciliare (4 miliardi) per raggiungere almeno il 10% della popolazione e gli individui over 65 con patologie croniche o non autosufficienti. 602 nuove Centrali Operative Territoriali (COT) coordineranno i servizi domiciliari con gli altri servizi. 
  3. Lo sviluppo delle cure intermedie (1 miliardo), con l’attivazione di 381 Ospedali di Comunità per “interventi sanitari di media/bassa intensità clinica e per degenze di breve durata”.

La seconda componente - “Innovazione, Ricerca e Digitalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale” - ha una dotazione di 8,63 miliardi e i seguenti obiettivi:

Riorganizzare gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) e aggiornare le politiche di ricerca del Ministero della Salute.
Ammodernare il parco tecnologico e digitalizzare il servizio sanitario con nuove apparecchiature, potenziando la sicurezza ospedaliera e rafforzando l’infrastruttura tecnologica e gli strumenti per la raccolta ed elaborazione dei dati, attuando il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) e potenziando il Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS).
Migliorare il sistema della ricerca e del trasferimento tecnologico, sviluppando competenze tecniche, professionali, digitali e manageriali del personale del sistema sanitario. Gli investimenti saranno soprattutto sulle malattie rare e l’oncologia, con nuove opportunità di specializzazione post-laurea, borse di studio in medicina generale, e corsi per l’acquisizione di competenze, indirizzati ai direttori di enti del SSN. 
Realizzare un centro di eccellenza per il contenimento e la cura delle patologie a potenziale epidemico.

Per quanto riguarda il futuro del nostro sistema salute, i dati ci indicano che in Italia nel 2040 ci saranno oltre 19 milioni di anziani e 28 milioni di pazienti cronici, con incrementi rispettivamente del +38,5% (+5,4 milioni) e del +12% (+3 milioni) rispetto alla situazione attuale. Sarà quindi sempre più decisiva la prevenzione, con stili di vita salutari e screening per diagnosi precoci. Sarà possibile migliorare la qualità delle cure e ottimizzare la spesa sanitaria, evitando il ricorso alla cura ospedaliera delle malattie cronico-degenerative e prevenendo i ricoveri per le complicanze gravi mediante un efficace e ubiquo tele-monitoraggio della salute dei pazienti. In questa ottica, chi dovrà garantire l’insieme dei servizi alla persona saranno i medici e gli infermieri del territorio.

In questo scenario, i maggiori driver del cambiamento sono: 

  1. La necessità di rendere il sistema sostenibile, mantenendone le caratteristiche di universalità e un livello di qualità elevato, gestendo le problematiche relative alla scarsità di risorse finanziarie, al contingentamento delle risorse umane, alle aspettative della cittadinanza e all’impatto diretto e indiretto delle attività economiche e commerciali del Paese.
  2. La rivoluzione genomica che offre opportunità che l’incremento esponenziale della ricerca (poco governata) nel settore inizia a dipanare, senza però ancora chiarire quali siano le inevitabili implicazioni strutturali, di conoscenza, etiche e di sicurezza che devono accompagnarne l’implementazione. 
  3. Le tecnologie digitali emergenti e l’evoluzione delle tecnologie mediche, raramente inquadrabili con le procedure dell’Health Technology Assessment (HTA), data la loro invasività e rilevanza. Questo porterà anche a ripensare l’approccio nazionale all’erogazione dei servizi sanitari utilizzando le nuove potenzialità rese disponibili dalle tecnologie digitali in genere e dagli algoritmi di analisi complessa dei dati per quanto concerne la migliore comprensione dei fattori che influenzano l’insorgenza e la progressione della malattia. In questo senso, sarà necessario promuovere partenariati tra sviluppatori e distributori di tecnologie, servizi di telemedicina, centri diagnostici, aziende di telecomunicazione, system integrators, sanità pubblica e ospedali privati, farmacie, assicurazioni, assistenza territoriale, associazioni professionali, fondazioni.
  4. Le transizioni demografica, epidemiologica, economico-finanziaria e sociale all’interno di una globalizzazione avanzata. Si tratta di dinamiche epocali che non sono ancora state pienamente apprezzate e considerate nella riprogettazione e nell’adattamento continuo dei sistemi sanitari nazionali (e degli organismi internazionali che dovrebbero supportarne l'azione e semplificarne il coordinamento), nonostante l’urgenza di renderli flessibili e resilienti a causa anche dei fenomeni migratori, dei cambiamenti climatici e delle minacce epidemiche costanti.

Dato quanto previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e dati i temi e i cambiamenti illustrati, come rispondete alle seguenti domande e quali commenti volete condividere?

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